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In Italia primi veri chirurghi plastici furono due siciliani, Gustavo ed Antonio Branca, padre e figlio, i quali, nel 1400 circa dettarono le norme per la rinoplastica all'italiana, seguiti poi dai Vianeo, calabresi, arriviamo quindi al Tagliacozzi, il primo a trasformare la materia in scienza ed a creare una cattedra di chirurgia plastica e precisamente nell'Ateneo di Bologna.
Dal Tagliacozzi agl'inizi di questo secolo la chirurgia plastica attraversò un periodo di stasi, anche se in questo lasso di tempo non mancò qualche sporadico cultore della branca il quale per altro non riuscì a dire nulla di nuovo e valido.
Questo prolungato silenzio può essere considerato come uno scoraggiamento dei chirurghi del periodo, i quali reputavano inumano ed inutile rischiare tante vite umane per interventi puramente estetici.
Non avevano tutti i torti: la mancanza di asepsi, d'antibiotici, di apparecchi scientifici validi, d'anestesia rendevano gl'interventi un avventura, il sopravvivere dei pazienti un miracolo.
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